michele mignani. <span>Foto Ssc Bari </span>
michele mignani. Foto Ssc Bari
Calcio

Verso Bari-Ascoli, Mignani: «L'obiettivo è vincere domani. Non guardo più lontano»

Il mister alla vigilia: «Sarà una partita difficilissima. Chi non sta giocando sa che non faccio scelte definitive»

Vigilia di campionato per il Bari di Mignani, che dopo quattro successi consecutivi domani (ore 16:15) scende in campo al San Nicola contro l'Ascoli di Bucchi per provare a mettere la quinta e consolidare il primato in classifica.

Mignani, però, getta acqua sul fuoco, e a chi pronostica un Bari favorito per la promozione i A risponde: «Leggo poco i giornali, non ho mai sentito di un Bari favorito per la serie A - le parole del mister in conferenza stampa. Rimango dell'idea che sia bene ascoltare tutti, ma fare dei ragionamenti propri su quello che si sente. Non prendo in considerazione affermazioni del genere: continuiamo a pensare di partita in partita, non avrebbe senso pensare più lontano. Quello che è successo fino a ieri va cancellato, ora bisogna arrivare ben preparati a questa partita. La dobbiamo affrontare nel modo giusto, con fame e voglia di fare prestazione. I numeri si contano alla fine, non è questo il momento: come obiettivo abbiamo solo battere l'Ascoli».

Sulla sfida di domani, contro un Ascoli in difficoltà e con Bucchi che si gioca la panchina, Mignani aggiunge: «Sarà una partita difficilissima. L'Ascoli è una squadra di categoria e solida, magari non è nel suo momento migliore ma molti dei loro giocatori hanno fatto i playoff da protagonisti l'anno scorso. Noi dobbiamo aumentare di settimana in settimana la fame e la voglia di fare prestazioni. Per loro può essere una motivazione in più, sono convinto che la squadra sia con l'allenatore e faranno di tutto per vincere l'allenatore. Ho massimo rispetto per l'allenatore dell'Ascoli, che conosco e stimo, e della squadra. So che per noi domani sarà una partita difficilissima, cercheranno di venire qui per fare punti»

Qual è, allora, la ricetta per vincere? «Atteggiamento, spirito di squadra e voglia di sacrificarsi per vincere i duelli, queste sono le cose più importanti. A livello tecnico e tattico, le cose a volte ti riescono e a volte no; si può sempre migliorare, e davanti c'è sempre un avversario che ti vuole fare male», spiega Mignani.

Mercoledì ci sarà il Parma in coppa Italia, ma Mignani non vuol sentire parlare di turn over: «Prima della partita di coppa c'è la partita di domani. Facciamo il massimo per domani, poi da dopodomani penseremo alla coppa Italia».

Soffermandosi sulla tattica, il tecnico biancorosso aggiunge: «Ogni partita incontriamo una squadra diversa, che può interpretare la sfida contro il Bari a proprio piacimento. A Venezia abbiamo affrontato una squadra che ha dimostrato di voler vincere, anche dopo il pareggio. Come noi studiamo gli avversari, anche loro ci studiano; questo non vuol dire affrontare le partite senza lo spirito di vincerle. Bisogna capire i momenti della partita. Il fatto che ti studino significa che preparano le partite per contenere i tuoi pregi, ma anche che ti possono aspettare e togliere un po' di pressione. Ma le partite sono lunghe, con tanti aspetti diversi; dobbiamo essere pronti sia con squadre che ti attaccano altissimi, sia con quelli che ci aspettano».

Sul rendimento super dell'attacco e sulla condizione della squadra, Mignani spiega: «Cambiando categoria, probabilmente siamo riusciti ad alzare il livello fisico e tecnico dei giocatori. Quello che più è evidente è che tutti i giocatori che erano con noi l'anno scorso hanno alzato il livello delle prestazioni; alcuni non avevano fatto ritiro, o erano arrivati all'ultimo momento. Dopo aver lavorato un anno insieme, ci conosciamo tutti meglio e riusciamo ad assimilare più velocemente. Ora abbiamo un parco attaccanti numeroso e che offre tante soluzioni. Il campionato è molto lungo, per fortuna stanno tutti bene. Dopo otto partite di campionato è logico che i calciatori siano motivati. Io non ho mai fatto promesse a nessuno, chi sta giocando deve allenarsi duramente per conservare il posto; chi non sta giocando sa che l'allenatore e lo staff li guardano. Monitoriamo ogni passo in settimana, non c'è preclusione nei confronti di nessuno. Quando le cose vanno in un certo modo, credi che non sia il momento giusto di cambiare, ma ho sempre dimostrato di cambiare due o tre giocatori a partita. Ci sono le giuste motivazioni, non vedo gente demotivata; il dispiacere già grosso è decidere chi lasciare a casa, chi in panchina e chi mandare in campo».

Quanto alla formazione e all'assetto tattico da utilizzare domani, il mister non si sbottona: «Non abbiamo certezze su cosa potrà proporre l'Ascoli, lo scopriremo solo in campo. Abbiamo cercato di capire se poteva proporre un modulo o un altro, però in questo momento la squadra ha dimostrato di potersi adattare bene ad avversari diversi. Lavoriamo per preparare soluzioni diverse, stiamo attenti a quello che possono proporre, ma sono tutti pronti e tutti possono scendere in campo. Botta? Lo vedo bene, è motivato e cresciuto fisicamente. Secondo me sta bene, l'anno scorso ha avuto un problema che lo ha condizionato; adesso è tornato il giocatore che sta bene, ha voglia, corre e crea. Sono contento di come sta reagendo, lui e gli altri sanno che nessuna situazione è definitiva. Antenucci? Non sono sorpreso, lo conosco da un po' e ho capito che uomo e professionista è. La mamma lo ha fatto molto bene a livello fisico, è uno molto preciso e lavora benissimo in settimana. Si gestisce benissimo nella vita privata; non è una sorpresa, spero che rimanga in queste condizioni il più a lungo possibile».

Ancora Mignani sullo stesso tema: «Quest'anno rispetto all'anno scorso abbiamo cambiato meno, ma sono arrivati giocatori a fine mercato che hanno avuto più bisogno di mettersi in condizione rispetto ad altri. Se fossero arrivati subito, magari avrebbero assimilato prima il nostro pensiero e avrebbero avuto più spazio. Adesso sono tutti allineati sulla stessa condizione; in questo momento questi giocatori con più continuità stanno bene fisicamente e psicologicamente, ma non è detto che se facessi giocare gli altri non si potrebbe fare ancora meglio. C'è gente che sta fuori e che sta meglio di chi sta dentro, è sempre più difficile per me scegliere».

Domani per Mignani saranno 50 panchine in biancorosso. Un'esperienza, quella di Bari, che lo ha aiutato a crescere: «Ogni volta che siedi in panchina cresci in qualcosa. Io mi ritengo un allenatore giovane, anche se per età non sono giovanissimo: un percorso del genere a Bari arricchisce tantissimo - spiega il mister. Ho un rapporto con una grande società, un direttore speciale e dei giocatori forti; poi c'è il rapporto con la stampa e la città. Tutto questo ti fa crescere e ti aiuta a migliorarti. La nostra vita passa dai risultati, il bilancio finora è positivo: l'anno scorso abbiamo raggiunto l'obiettivo, quest'anno stiamo facendo il nostro percorso. Alla fine, dobbiamo sempre guardare avanti e mai indietro».

Sulla questione dei calciatori convocati in nazionale, Mignani chiosa: «È motivo di orgoglio avere dei nazionali, per la società, il direttore e l'allenatore. Le scelte sono state fatte bene, le crescita collettiva della squadra passa dalla crescita individuale dei giocatori. Quando percepisco che qualcuno cresce, può essere in parte frutto del lavoro settimanale, oltre che alla predisposizione all'allenamento. Dorval con l'Algeria? Faremo delle valutazioni con lui, ma la società lascerà a lui la libertà di decidere cosa fare. Per noi è importante, non sta giocando con continuità ma ha dimostrato di essere all'altezza. Come potrebbe succedere per Cheddira, potrebbe succedere anche per Dorval; dispiacerebbe, perché non siamo tifosi dei giocatori ma facciamo i nostri interessi».



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