Giovanni Cornacchini
Giovanni Cornacchini
Calcio

Verso Bari-Turris, Cornacchini: «Sarà partita tosta. Ci vorrà approccio giusto»

Il mister alla vigilia: «Voglio che tutti si sentano protagonisti. Nostra forza è la società»

«Non so se la Turris sarà la nostra antagonista per la promozione, ma è comunque un'ottima squadra che davanti e in mezzo al campo ha giocatori di qualità». Tiene alta la tensione mister Giovanni Cornacchini alla vigilia della sfida interna fra il suo Bari e la Turris, mettendo in guardia sui pericoli della gara. «I nostri avversari hanno alternative importanti, vorranno venire qui per fare dei punti - avverte Cornacchini. Dopo una brutta partenza avranno voglia di dimostrare quanto sono forti. Per noi sarà una partita impegnativa, ma l'affronteremo in maniera serena come sempre. L'approccio deve essere tosto e noi siamo attrezzati».

Dalla sua, Cornacchini può contare su tante alternative di qualità, da tenere coinvolte per la crescita del progetto. «Le idee sono chiare; posso chiudere gli occhi e scegliere a caso perché tutti sono bravi - dice il tecnico. Per domani devo ancora valutare molte cose; aspettiamo». Sulla qualità generale del raggruppamento I aggiunge: «Ogni volta mi dicono che il girone è facile ma bisogna viverla sul campo. Noi siamo il Bari e dobbiamo convivere con l'obbligo di vincere. A livello di qualità molte squadre non sono attrezzate, ma ci sono tante difficoltà di ambiente in ogni campo».

Se sui singoli non si sbilancia più di tanto, sull'assetto generale di squadra Cornacchini chiarisce quali sono le sue idee tattiche. «Floriano è tornato, è a disposizione. Brienza? Vediamo. D'Ignazio? Quando l'allenatore ti fa giocare sempre vuol dire che ha fiducia. Ci sono momenti in cui ho avuto bisogno di toglierlo, ma il lavoro quotidiano e il dialogo con i ragazzi aiuta molto. Il goal gli ha dato un po' di fiducia, ma alla fine sarà sempre il campo a parlare. Devo fare delle valutazioni sul modulo, ci penserò ancora un po'. La soluzione di domenica scorsa con due attaccanti sulla stessa linea e un trequartista che svaria mi convince. È una soluzione in più; un bel vantaggio. Non è complicato vedere quattro attaccanti tutti insieme; devono essere bravi anche a lavorare per tutti gli altri. Non è semplice reggerli in una rosa di tanti under, ma ci si può arrivare. Simeri e Neglia domenica scorsa non hanno fatto goal ma hanno fatto il lavoro che ho preteso io da loro».

Mai restare fissi su se stessi, ma mantenersi sempre in movimento. Questo il mantra di Cornacchini: «Quando ho iniziato ad allenare mi accusavano di cambiare spesso le situazioni in campo, ma io credo che l'identità della squadra derivi proprio dal cambiamento. Ho giocatori di qualità e non posso condizionare i loro movimenti; la squadra è duttile e si possono provare tante cose. Nel secondo tempo con l'Igea abbiamo sfruttato i cinque cambi a disposizione, ci sono giocatori importanti da far giocare, tutti devono sentirsi partecipi del progetto e della squadra. Con tanti cambi muta anche l'identità della squadra, si rivoluziona ogni cosa. Del mio Bari mi piace tutto: l'ambiente, la società forte che fa la differenza. Calciatori e allenatore devono essere bravi a non far danni. Chi non lo fa faccio fatica a farlo giocare».

Fra le note più positive di questo nuovo Bari, in cima alla lista figura una «Società forte e presente. Avere una forza alle spalle è la cosa migliore per un allenatore che può concentrarsi solo sul campo». Sulla difficoltà di tenere sul pezzo una squadra che fin qui ha agilmente sgominato gli avversari Cornacchini aggiunge: «Alle volte bisogna fare scelte diverse per tenere la tensione sempre alta, e non è semplicissimo. C'è necessità di cambiare qualcosa nell'assetto, nel lavoro settimanale, variare molto. Bisogna essere bravi a capire i momenti giusti, e non mi sembra questo».

Un'ultima chiosa sul possibile record di cinque vittorie nelle prime cinque, che si concretizzerebbe con un successo domani: «Non sto a guardare i record. Il risultato è l'unica cosa che conta. L'obiettivo finale l'ho chiaro in mente; deve essere così anche per i ragazzi. Le squadre forti sono felici quando vincono».
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