Calcio
Verso Cagliari-Bari, Mignani: «Abbiamo fatto più punti, ma in finale si azzera tutto»
Il mister: «Conosco l’ambiente, sarà una battaglia. Non speculeremo, ma neanche andremo all'arrembaggio»
Bari - martedì 6 giugno 2023
15.31
Mancano poco più di 48 ore, poi finalmente la parola tornerà al campo. Giovedì 8 giugno, alle 20:30, il Bari scenderà sul campo della Unipol Domus, ospite del Cagliari per la finale d'andata del playoff che mette in palio l'ultimo biglietto disponibile per la promozione in serie A.
«Troveremo undici giocatori in campo con cattive intenzioni, garantisco che porteremo dentro tutto quello che abbiamo. È quello che dobbiamo fare». Così mister Michele Mignani suona la carica all'antivigilia della delicatissima sfida in trasferta.
Ancora Mignani, passando in rassegna le condizioni dei singoli: «Mancano ancora due giorni alla partita. Per come li ho visti io, oggi arriveranno tutti in gran forma. Folorunsho? L'ho apprezzato sempre, in particolare modo nell'ultimo periodo in cui si è messo a disposizione pur non stando benissimo: ha preferito pensare alla causa comune che a se stesso. Questo per me è un segnale importantissimo per la squadra. Quando hai davanti due partite così belle, tutti stringeranno i denti. Chi entra dalla panchina lo fa con la stessa forza di chi è partito dall'inizio. Siamo un tutt'uno, la squadra vede il traguardo e non può permettersi di non dare il 120 percento. È l'unica certezza che ho al momento. Per me non è un cambio che vince la partita, ma è lo spirito della squadra».
Oggi è il compleanno di Leonardo Benedetti, il match winner della semifinale con il Sudtirol che spegne 23 candeline. «Auguri a Leo - il messaggio di Mignani. È arrivato quando eravamo già in ritiro, lo conoscevo ma non bene. Nella prima parte di stagione abbiamo spesso utilizzato Folorunsho come mezzala con Maita e Maiello; Benedetti è eccezionale, è introverso ma è un grande lavoratore. Ha grandi margini di miglioramento, c'è tutto per diventare un calciatore di livello. Io e il mio staff abbiamo forse contribuito a farlo migliorare, ma è merito soprattutto suo perché si mette a disposizione mia e dei compagni per cercare di migliorare se stesso. Ora per noi è importante, dall'inizio o in corso; spero che anche in queste due partite possa essere decisivo».
Per i bookmakers il Cagliari è favorito? «Ognuno alle sue idee - spiega Mignani. Se si guarda i due allenatori non c'è paragone: per raccontare la carriera di Ranieri ci vorrebbero due giorni, per quella di Mignani no. Il Cagliari è retrocesso dalla A e ha mantenuto tanti giocatori, viene da un percorso un cui ha perso solo una delle ultime 18 partite. Noi siamo una neo promossa, abbiamo dimostrato entusiasmo e continuità; abbiamo fatto più punti, ma in queste finali si azzera tutto. L'ostacolo è gigante, ma abbiamo dimostrato di non avere paura di nessuno».
Il mister prosegue: «Se ognuno tornasse indietro troverebbe il modo di fare una scelta migliore, ma non di può. Ci sono cose che non sono andare come avrei voluto; mi vengono in mente le partite con Palermo e Perugia, non mi sono andate giù ma probabilmente dovevano andare così. Mi dispiace anche non essere riuscito a farmi dare tutto da tutti, qualcuno avrebbe potuto dare un contributo ma per demerito mio non è riuscito a darlo. Alla fine quello che conta è quanto fa la squadra, e fino a oggi ha fatto un grande percorso».
Sulle sue spalle la squadra biancorossa porta il peso dei sogni e delle aspettative di una città intera: «Io comincio a sentirmi barese, stiamo vivendo un momento bellissimo - rivela Mignani. Quando esco da casa per far due passi trovo la gente che mi abbraccia e mi incita; fa piacere, vuol dire che i ragazzi hanno fatto risvegliare un amore viscerale e indescrivibile. La cosa più bella sarebbe il lieto fine, ma ci sono ancora due battaglie da combattere; insieme».
Il tecnico biancorosso analizza il momento della squadra nei playoff e la portata dell'avversario: «Le due partite col Sudtirol ci hanno portato un'esperienza in più. Non possiamo sempre ragionare da soli, di fronte c'è l'avversario. La nostra idea non sarà di stare a speculare, chi ha pensato questo dopo la partita di Bolzano ha sbagliato. Credo anche che non sia giusto andare all'arrembaggio, perché quando hai di fronte una squadra forte devi stare attento a non subire e pronto per far male. Quello che abbiamo fatto è sotto gli occhi di tutti: abbiamo vinto dieci volte in trasferta, in casa non abbiamo quasi mai subito l'avversario. Troveremo una squadra fortissima, Cagliari rappresenta una regione; ho lavorato all'Olbia, società satellite del Cagliari, e conosco quell'ambiente, so che sarà durissima, molto fisica. Il nostro obiettivo sarà provare a vincere la partita».
Ancora parlando dei rossoblù, Mignani aggiunge: «Il Cagliari è forte, ha il capocannoniere della serie B con Lapadula, lo stesso Pavoletti è un lusso per la categoria, come Nandez e Luvumbo, Rog ha fatto e la nazionale e la serie A, come anche Zappa e Goldaniga. Hanno un allenatore che ha vinto un campionato in Inghilterra, ha allenato Chelsea e Valencia. Altroché gabbia, per fermare il Cagliari ci vorrebbe un "carcere". Noi vogliamo arrivare a giocarci le partite al massimo delle nostre possibilità, col sorriso e l'entusiasmo. Un minimo di preoccupazione devono averla anche gli altri di no»i.
Il mister conclude: «All'andata fu una partita particolare, andammo in svantaggio dopo 2' e passammo tutto il tempo a rincorrerli. Non può dare le giuste indicazioni, soprattutto perché Ranieri era da poco su quella panchina, mentre ora ha dato una quadratura e una logica alla sua squadra. Sarà diversa. Rimane una partita di calcio. Mi piacerebbe "godermi" questo periodo; quando ho delle preoccupazioni mi dico di star tranquillo, perché il tempo non si ferma. Nel caso mi rivedo Bari-Sudtirol».
«Troveremo undici giocatori in campo con cattive intenzioni, garantisco che porteremo dentro tutto quello che abbiamo. È quello che dobbiamo fare». Così mister Michele Mignani suona la carica all'antivigilia della delicatissima sfida in trasferta.
Ancora Mignani, passando in rassegna le condizioni dei singoli: «Mancano ancora due giorni alla partita. Per come li ho visti io, oggi arriveranno tutti in gran forma. Folorunsho? L'ho apprezzato sempre, in particolare modo nell'ultimo periodo in cui si è messo a disposizione pur non stando benissimo: ha preferito pensare alla causa comune che a se stesso. Questo per me è un segnale importantissimo per la squadra. Quando hai davanti due partite così belle, tutti stringeranno i denti. Chi entra dalla panchina lo fa con la stessa forza di chi è partito dall'inizio. Siamo un tutt'uno, la squadra vede il traguardo e non può permettersi di non dare il 120 percento. È l'unica certezza che ho al momento. Per me non è un cambio che vince la partita, ma è lo spirito della squadra».
Oggi è il compleanno di Leonardo Benedetti, il match winner della semifinale con il Sudtirol che spegne 23 candeline. «Auguri a Leo - il messaggio di Mignani. È arrivato quando eravamo già in ritiro, lo conoscevo ma non bene. Nella prima parte di stagione abbiamo spesso utilizzato Folorunsho come mezzala con Maita e Maiello; Benedetti è eccezionale, è introverso ma è un grande lavoratore. Ha grandi margini di miglioramento, c'è tutto per diventare un calciatore di livello. Io e il mio staff abbiamo forse contribuito a farlo migliorare, ma è merito soprattutto suo perché si mette a disposizione mia e dei compagni per cercare di migliorare se stesso. Ora per noi è importante, dall'inizio o in corso; spero che anche in queste due partite possa essere decisivo».
Per i bookmakers il Cagliari è favorito? «Ognuno alle sue idee - spiega Mignani. Se si guarda i due allenatori non c'è paragone: per raccontare la carriera di Ranieri ci vorrebbero due giorni, per quella di Mignani no. Il Cagliari è retrocesso dalla A e ha mantenuto tanti giocatori, viene da un percorso un cui ha perso solo una delle ultime 18 partite. Noi siamo una neo promossa, abbiamo dimostrato entusiasmo e continuità; abbiamo fatto più punti, ma in queste finali si azzera tutto. L'ostacolo è gigante, ma abbiamo dimostrato di non avere paura di nessuno».
Il mister prosegue: «Se ognuno tornasse indietro troverebbe il modo di fare una scelta migliore, ma non di può. Ci sono cose che non sono andare come avrei voluto; mi vengono in mente le partite con Palermo e Perugia, non mi sono andate giù ma probabilmente dovevano andare così. Mi dispiace anche non essere riuscito a farmi dare tutto da tutti, qualcuno avrebbe potuto dare un contributo ma per demerito mio non è riuscito a darlo. Alla fine quello che conta è quanto fa la squadra, e fino a oggi ha fatto un grande percorso».
Sulle sue spalle la squadra biancorossa porta il peso dei sogni e delle aspettative di una città intera: «Io comincio a sentirmi barese, stiamo vivendo un momento bellissimo - rivela Mignani. Quando esco da casa per far due passi trovo la gente che mi abbraccia e mi incita; fa piacere, vuol dire che i ragazzi hanno fatto risvegliare un amore viscerale e indescrivibile. La cosa più bella sarebbe il lieto fine, ma ci sono ancora due battaglie da combattere; insieme».
Il tecnico biancorosso analizza il momento della squadra nei playoff e la portata dell'avversario: «Le due partite col Sudtirol ci hanno portato un'esperienza in più. Non possiamo sempre ragionare da soli, di fronte c'è l'avversario. La nostra idea non sarà di stare a speculare, chi ha pensato questo dopo la partita di Bolzano ha sbagliato. Credo anche che non sia giusto andare all'arrembaggio, perché quando hai di fronte una squadra forte devi stare attento a non subire e pronto per far male. Quello che abbiamo fatto è sotto gli occhi di tutti: abbiamo vinto dieci volte in trasferta, in casa non abbiamo quasi mai subito l'avversario. Troveremo una squadra fortissima, Cagliari rappresenta una regione; ho lavorato all'Olbia, società satellite del Cagliari, e conosco quell'ambiente, so che sarà durissima, molto fisica. Il nostro obiettivo sarà provare a vincere la partita».
Ancora parlando dei rossoblù, Mignani aggiunge: «Il Cagliari è forte, ha il capocannoniere della serie B con Lapadula, lo stesso Pavoletti è un lusso per la categoria, come Nandez e Luvumbo, Rog ha fatto e la nazionale e la serie A, come anche Zappa e Goldaniga. Hanno un allenatore che ha vinto un campionato in Inghilterra, ha allenato Chelsea e Valencia. Altroché gabbia, per fermare il Cagliari ci vorrebbe un "carcere". Noi vogliamo arrivare a giocarci le partite al massimo delle nostre possibilità, col sorriso e l'entusiasmo. Un minimo di preoccupazione devono averla anche gli altri di no»i.
Il mister conclude: «All'andata fu una partita particolare, andammo in svantaggio dopo 2' e passammo tutto il tempo a rincorrerli. Non può dare le giuste indicazioni, soprattutto perché Ranieri era da poco su quella panchina, mentre ora ha dato una quadratura e una logica alla sua squadra. Sarà diversa. Rimane una partita di calcio. Mi piacerebbe "godermi" questo periodo; quando ho delle preoccupazioni mi dico di star tranquillo, perché il tempo non si ferma. Nel caso mi rivedo Bari-Sudtirol».