Calcio
Verso Como-Bari, Mignani: «Partita aperta, conteranno spirito e atteggiamento»
Il mister: «In questo momento non abbiamo tutti a disposizione, ma la squadra si preparerà per fare grande prestazione»
Bari - venerdì 25 novembre 2022
15.04
Dopo una sosta di due settimane, il campionato di serie B torna a far rotolare il pallone. Per il Bari ci sarà l'insidiosa trasferta sul campo del Como, in programma alle 15 di domenica 27 novembre.
«A me non piace la sosta, preferirei giocare sempre, però ci è servita per gestire i carichi di lavoro e recuperare qualche pezzo perso per strada. Non ci sono cose particolari che ci siamo lasciamo alle spalle, speriamo di aver recuperato chi non era disponibile all'ultima di campionato», dice mister Michele Mignani presentando l'incontro.
«Al di là della retorica nel dire che le partite propongono tutte delle difficoltà, il Como è una squadra in netta ripresa, lo testimoniano risultati e prestazioni. Hanno vinto in casa e pareggiato a Genova con le prestazioni; sarà una partita aperta e complicata, spero lo sia anche per loro», la previsione del mister.
Per il Bari, però, in riva al lago ci saranno diverse assenze: «Vorrei sempre avere tutti a disposizione per poter scegliere, ma questo non sempre accade - il punto di Mignani. Ora siamo in un momento in cui qualcosa ci manca: Cheddira, buon per lui, è ai mondiali, Maita è squalificato dopo un'ammonizione presa negli ultimi secondi dell'ultima partita, Di Cesare ha un problemino, Mazzotta è out e non verrà con noi a Como. Ricci giovedì ha accusato un problema, ma oggi è venerdì e bisogna capire che tipo di problema è; lo staff farà degli esami, ma abbiamo ancora due giorni e delle speranze. Quando hai, però, una rosa di 25 giocatori ce ne sono abbastanza per andare a fare la nostra partita. Per me non ci sono incognite; sono importanti atteggiamento e spirito, vanno portati in campo a prescindere da chi gioca. Mi è capitato di guardare partite dei mondiali, e le partite di Argentine e Germania dimostrano che tutti possono vincere con tutti. Ora le squadre sono organizzate, hanno valori; nel Como ci sono giocatori che hanno fatto altre categorie, sono costruiti per fare un campionato di vertice, negli ultimi anni hanno investito molto. Voglio pensare che la squadra si prepari in questi due giorni per andare a fare una grande gara a Como».
Sulle soluzioni tattiche, il mister aggiunge: «Non mi piacciono i calciatori offensivi troppo aperti, ci sono delle zone di campo che si devono coprire anche in funzione degli spazi che concedono gli avversari. Sapevamo che il Sudtirol faceva densità in mezzo al campo e che gli spazi dovevamo cercarli fuori; il Como gioca in maniera diversa. Tenere sempre due giocatori aperti sulle linee laterali può accadere, ma non mi fa impazzire».
Passando ai singoli e alle possibili alternative, il tecnico spiega: «Ceter sta crescendo di condizione e sta bene. Quando uno rientra da un periodo di inattività lo fa con grande entusiasmo, ma sono 15 giorni che si allena a pieno regime con la squadra; sarà sicuramente convocato, ma pensare di proporlo dal 1' è prematuro. Un tempo nelle gambe, però, ce l'ha e sono contento che sia rientrato. Quando mancano due giorni alla partita ci sono delle idee in testa ma voglio aspettare ancora un po'. Mallamo quando è entrato ha fatto bene, così come quelle che ha giocato dal 1'; è una certezza, come altri. D'Errico lo conosciamo, Benedetti qualche volta a giocato, Bellomo può fare la mezzala; in quel reparto ho solo abbondanza. Abbiamo sempre giocato con tre giocatori offensivi, quello che cambia è la disposizione degli attaccanti; a volte ne teniamo uno già centrale e due più aperti, a volte ne teniamo uno più sotto e gli altri più avanti con la possibilità di muoversi su tutto il fronte d'attacco. Da quando sono qua non abbiamo mai tenuto due attaccanti fermi vicino all'area di rigore».
Mignani ancora su alcuni elementi della rosa: «Scheidler? Il ragazzo, a parte i giorni subito dopo il Sudtirol, si è riaggregato e ha fatto tutta la settimana con la squadra. Rimango convinto che debba ancora incattivirsi, ma sta crescendo. È giovane, ha grandissimi margini di miglioramento; sa fare la prima punta e il raccordo. Quando arrivi da un campionato diverso è fisiologico un po' di adattamento, ma può dare una grossa mano come collaborazione al gioco e reti. Botta, come gli altri giocatori offensivi, deve essere un valore aggiunto. Più si alza, meno dà alla squadra: è un cucitore di gioco, sa gestire bene la palla e alza i ritmi della partita per creare soluzioni di gioco».
Sulla differenza tra il rendimento interno (un po' lento ancora) e i brillanti risultati esterni, Mignani conclude: «Io preferirei sempre giocare nel nostro stadio, ma non è possibile. Anche fuori la nostra mentalità è sempre la stessa: provare ad andare a fare partita e vincere in trasferta. Un episodio può cambiare l'inerzia della partita, che è lunga; a Frosinone dopo 20' siamo rimasti in 10 e la partita è cambiata. La fortuna di avere tanti giocatori diversi ti fa ragionare sul fatto che ti possa tenere delle frecce nell'arco invece di giocartele tutte all'inizio».
«A me non piace la sosta, preferirei giocare sempre, però ci è servita per gestire i carichi di lavoro e recuperare qualche pezzo perso per strada. Non ci sono cose particolari che ci siamo lasciamo alle spalle, speriamo di aver recuperato chi non era disponibile all'ultima di campionato», dice mister Michele Mignani presentando l'incontro.
«Al di là della retorica nel dire che le partite propongono tutte delle difficoltà, il Como è una squadra in netta ripresa, lo testimoniano risultati e prestazioni. Hanno vinto in casa e pareggiato a Genova con le prestazioni; sarà una partita aperta e complicata, spero lo sia anche per loro», la previsione del mister.
Per il Bari, però, in riva al lago ci saranno diverse assenze: «Vorrei sempre avere tutti a disposizione per poter scegliere, ma questo non sempre accade - il punto di Mignani. Ora siamo in un momento in cui qualcosa ci manca: Cheddira, buon per lui, è ai mondiali, Maita è squalificato dopo un'ammonizione presa negli ultimi secondi dell'ultima partita, Di Cesare ha un problemino, Mazzotta è out e non verrà con noi a Como. Ricci giovedì ha accusato un problema, ma oggi è venerdì e bisogna capire che tipo di problema è; lo staff farà degli esami, ma abbiamo ancora due giorni e delle speranze. Quando hai, però, una rosa di 25 giocatori ce ne sono abbastanza per andare a fare la nostra partita. Per me non ci sono incognite; sono importanti atteggiamento e spirito, vanno portati in campo a prescindere da chi gioca. Mi è capitato di guardare partite dei mondiali, e le partite di Argentine e Germania dimostrano che tutti possono vincere con tutti. Ora le squadre sono organizzate, hanno valori; nel Como ci sono giocatori che hanno fatto altre categorie, sono costruiti per fare un campionato di vertice, negli ultimi anni hanno investito molto. Voglio pensare che la squadra si prepari in questi due giorni per andare a fare una grande gara a Como».
Sulle soluzioni tattiche, il mister aggiunge: «Non mi piacciono i calciatori offensivi troppo aperti, ci sono delle zone di campo che si devono coprire anche in funzione degli spazi che concedono gli avversari. Sapevamo che il Sudtirol faceva densità in mezzo al campo e che gli spazi dovevamo cercarli fuori; il Como gioca in maniera diversa. Tenere sempre due giocatori aperti sulle linee laterali può accadere, ma non mi fa impazzire».
Passando ai singoli e alle possibili alternative, il tecnico spiega: «Ceter sta crescendo di condizione e sta bene. Quando uno rientra da un periodo di inattività lo fa con grande entusiasmo, ma sono 15 giorni che si allena a pieno regime con la squadra; sarà sicuramente convocato, ma pensare di proporlo dal 1' è prematuro. Un tempo nelle gambe, però, ce l'ha e sono contento che sia rientrato. Quando mancano due giorni alla partita ci sono delle idee in testa ma voglio aspettare ancora un po'. Mallamo quando è entrato ha fatto bene, così come quelle che ha giocato dal 1'; è una certezza, come altri. D'Errico lo conosciamo, Benedetti qualche volta a giocato, Bellomo può fare la mezzala; in quel reparto ho solo abbondanza. Abbiamo sempre giocato con tre giocatori offensivi, quello che cambia è la disposizione degli attaccanti; a volte ne teniamo uno già centrale e due più aperti, a volte ne teniamo uno più sotto e gli altri più avanti con la possibilità di muoversi su tutto il fronte d'attacco. Da quando sono qua non abbiamo mai tenuto due attaccanti fermi vicino all'area di rigore».
Mignani ancora su alcuni elementi della rosa: «Scheidler? Il ragazzo, a parte i giorni subito dopo il Sudtirol, si è riaggregato e ha fatto tutta la settimana con la squadra. Rimango convinto che debba ancora incattivirsi, ma sta crescendo. È giovane, ha grandissimi margini di miglioramento; sa fare la prima punta e il raccordo. Quando arrivi da un campionato diverso è fisiologico un po' di adattamento, ma può dare una grossa mano come collaborazione al gioco e reti. Botta, come gli altri giocatori offensivi, deve essere un valore aggiunto. Più si alza, meno dà alla squadra: è un cucitore di gioco, sa gestire bene la palla e alza i ritmi della partita per creare soluzioni di gioco».
Sulla differenza tra il rendimento interno (un po' lento ancora) e i brillanti risultati esterni, Mignani conclude: «Io preferirei sempre giocare nel nostro stadio, ma non è possibile. Anche fuori la nostra mentalità è sempre la stessa: provare ad andare a fare partita e vincere in trasferta. Un episodio può cambiare l'inerzia della partita, che è lunga; a Frosinone dopo 20' siamo rimasti in 10 e la partita è cambiata. La fortuna di avere tanti giocatori diversi ti fa ragionare sul fatto che ti possa tenere delle frecce nell'arco invece di giocartele tutte all'inizio».