Calcio
Verso Parma-Bari, Mignani: «Avversario di qualità. Pretendo grande prestazione»
Il tecnico alla vigilia dell’esordio in B: «L’atteggiamento deve diventare certezza. Chi non gioca sa che non faccio scelte definitive»
Bari - giovedì 11 agosto 2022
12.40
Adesso si inizia a fare sul serio. Dopo le due vittorie in coppa Italia, l'ultima clamorosa per 1-4 sul campo dell'Hellas Verona, il Bari di mister Michele Mignani domani scenderà sul campo del Parma di Fabio Pecchia per la partita inaugurale del campionato di serie B 2022/2023 (stadio Tardini, ore 20:45). Un impegno probante, contro una squadra forte e ambiziosa, per i biancorossi che vogliono continuare a stupire dopo la promozione guadagnata sul campo lo scorso anno.
«Abbiamo un mese di lavoro fisico e tattico nelle gambe, arriviamo preparati a questa partita - dice Mignani nel pre gara. Le due partite di coppa Italia ci hanno dato entusiasmo, confermandoci che il lavoro fatto dà dei frutti. Domani sarà una partita diversa, la prima di campionato contro una squadra molto organizzata e con spiccate individualità. Il curriculum del loro allenatore parla chiaro: ha vinto strameritando un campionato in cui non partiva da favorito, è un allenatore che dà idee di gioco e organizzazione. Sarà una partita difficile, ma vogliamo provare a giocarcela dando il massimo di quel che possiamo. Dobbiamo essere pronti per giocarla, il Parma è una squadra giovane e completa, ha qualità offensive e soluzioni; hanno affrontato squadre di serie A e hanno fatto risultato. Spero che la mia squadra mi tolga un po' di pensieri, come ha fatto nelle ultime due uscite».
Parlando del suo avversario, l'allenatore biancorosso spiega: «Pecchia ha giocato con me, dopo aver fatto una carriera di un certo di livello. Aveva grandi doti da calciatori, e ha grandi doti da persona; ha trasportato queste qualità da tecnico, ha fatto un percorso lungo imparando da un allenatore importantissimo come Benitez, poi partendo da solo. Ha già vinto dei campionati, se guardi il Parma capisci che è una squadra organizzata; si schiererà con saggezza, penso che giocherà come ha giocato nelle ultime partite. È il suo modo di mandare in campo la squadra, lo confermerà perché gli sta dando risultati».
Il mister, poi, si sofferma su alcuni singoli e sulle scelte potenziali in vista della gara di domani sera: «Nelle due partite di coppa Italia, pur cambiando qualcosa, la prestazione c'è sempre stata. Escluso Benedetti, squalificato, ho tutti gli uomini che volevo. Ceter? Progredisce, ha fatto qualcosa con la squadra ma non credo che sarà a disposizione per Parma. La formazione la decido il giorno della partita, c'è ancora un allenamento e voglio vedere come stanno tutti. I nostri centrali, escluso Vicari infortunato, ci danno affidabilità; valutiamo in funzione dell'avversario e della partita, non ho pensieri in questo senso. Cheddira? È un ragazzo speciale, come tanti altri in squadra. Lui è umile, ha tanta fame e voglia di migliorarsi; si mette sempre a disposizione mia e dei compagni, è una grande base. Dopo il percorso in C, quest'anno è partito forte. Le sue prestazioni ci sono sempre state, a volte si può sbagliare un gesto tecnico ma deve esserci sempre l'atteggiamento giusto. Il suo atteggiamento è sempre stato positivo, questo è il presupposto della sua forza. Quando affronti squadre come quelle che concedono spazi, lui è più portato a far vedere le sue doti; l'anno scorso abbiamo trovato tante squadre chiuse, quindi ha trovato più difficoltà a fare quello che ha fatto in queste partite. Mi auguro che non cambi, chiunque vuole crescere deve partite da questi presupposti. Voglio che i ragazzi sappiano che l'allenatore fa delle scelte in buona fede, e che è il primo a sbagliare. In una rosa di 24 giocatori, solo 11 devono giocare; loro sanno benissimo che le mie non sono scelte definitive, considero tutti allo stesso modo e scelgo in funzione dello stato di forma, della partita e di quello che vedo. Non c'è stato nulla da gestire, non ci sono stati mugugni: chi non ha giocato ha festeggiato con lo stesso spirito degli altri».
A Verona si è visto, per larghi tratti della partita, un 4-3-2-1, una sorta di "albero di Natale" alternativo al suo collaudato 4-3-1-2. Mignani spiega: «Non trovo tanta differenza, rimango della mia idea: la difesa a quattro, il centrocampo a tre e poi ci sono tre attaccanti. Il calcio è talmente dinamico che è difficile fermare l'immagine. Abbiamo utilizzato questa situazione l'anno scorso, ci dà vantaggi in fase di non possesso per indirizzare gli avversari in una parte del campo o in un'altra, però i tre attaccanti devono cercare di farsi trovare lì dove gli avversari lasciano spazi.
Insomma, più che sequenze numeriche e singoli calciatori, per il tecnico conterà vedere in campo la giusta attitudine: «Vorrei che atteggiamento, presenza in campo per 90' diventassero una certezza - la speranza del tecnico ligure. Questo è quello che un allenatore vorrebbe sempre quando iniziano le partite. Il mio obiettivo è far arrivare la squadra pronta, poi all'interno di ogni partita ci sono diverse partite: devi essere bravo a soffrire, a reagire, a essere cattivo. A volte fai bene tante cose, ma poi gli episodi possono andare dalla tua parte o da quella degli altri. Quello che vorrei è che la squadra facesse sempre prestazioni; lo abbiamo fatto nelle ultime due partite, lo pretendo anche a Parma».
Per Mignani sarà la prima partita da allenatore in serie B: «Nel mio percorso, da calciatore e da allenatore, ho affrontato diversi debutti - ricorda Mignani. Inizio ad avere una certa età, li vivo più serenamente. Spero che sia la prima di una lunga serie da allenatore del Bari o comunque in queste categorie; cerco di fare sempre tutto al meglio delle mie possibilità. Per me non è la categoria che conta; è l'obiettivo massimo che ho raggiunto, devo chiedere a me stesso di fare le cose al meglio».
Dopo l'impronosticabile successo di Verona, però, il mister ci ha tenuto a fare il pompiere e a spegnere eventuali eccessi di felicità: «Se ci fosse stata una sosta di un mese davanti avrei avuto uno spirito diverso, ma se dopo Verona ne devi preparare subito un'altra il risultato è già alle spalle e bisogna pensare alla prossima - spiega Mignani. Se io cominciassi a pensare di essere diventato bravo dopo due partite vinte, farei un errore gravissimo. A Verona ero felice della prestazione, ma so che a volte le partite si incanalano in un certo modo; il Verona è più forte del Bari, noi abbiamo meritato di vincere ma il mio pensiero era già a Parma. In campionato devi cercare di non sbagliare le partite, quindi ero già proiettato al futuro, ma felice di aver vinto».
Che campionato sarà per i galletti? Mignani dice la sua: «L'anno scorso il Bari partiva da favorita, quest'anno no. Ci sono tante squadre, tra cui il Parma, che hanno grandi ambizioni; troveremo partite diverse rispetto all'anno scorso, ci saranno più spazi con squadre che vorranno imporre il loro gioco. Noi dobbiamo avere lo stesso atteggiamento, sapendo che nel calcio se vuoi vincere la partita devi prendere un goal meno degli altri».
«Abbiamo un mese di lavoro fisico e tattico nelle gambe, arriviamo preparati a questa partita - dice Mignani nel pre gara. Le due partite di coppa Italia ci hanno dato entusiasmo, confermandoci che il lavoro fatto dà dei frutti. Domani sarà una partita diversa, la prima di campionato contro una squadra molto organizzata e con spiccate individualità. Il curriculum del loro allenatore parla chiaro: ha vinto strameritando un campionato in cui non partiva da favorito, è un allenatore che dà idee di gioco e organizzazione. Sarà una partita difficile, ma vogliamo provare a giocarcela dando il massimo di quel che possiamo. Dobbiamo essere pronti per giocarla, il Parma è una squadra giovane e completa, ha qualità offensive e soluzioni; hanno affrontato squadre di serie A e hanno fatto risultato. Spero che la mia squadra mi tolga un po' di pensieri, come ha fatto nelle ultime due uscite».
Parlando del suo avversario, l'allenatore biancorosso spiega: «Pecchia ha giocato con me, dopo aver fatto una carriera di un certo di livello. Aveva grandi doti da calciatori, e ha grandi doti da persona; ha trasportato queste qualità da tecnico, ha fatto un percorso lungo imparando da un allenatore importantissimo come Benitez, poi partendo da solo. Ha già vinto dei campionati, se guardi il Parma capisci che è una squadra organizzata; si schiererà con saggezza, penso che giocherà come ha giocato nelle ultime partite. È il suo modo di mandare in campo la squadra, lo confermerà perché gli sta dando risultati».
Il mister, poi, si sofferma su alcuni singoli e sulle scelte potenziali in vista della gara di domani sera: «Nelle due partite di coppa Italia, pur cambiando qualcosa, la prestazione c'è sempre stata. Escluso Benedetti, squalificato, ho tutti gli uomini che volevo. Ceter? Progredisce, ha fatto qualcosa con la squadra ma non credo che sarà a disposizione per Parma. La formazione la decido il giorno della partita, c'è ancora un allenamento e voglio vedere come stanno tutti. I nostri centrali, escluso Vicari infortunato, ci danno affidabilità; valutiamo in funzione dell'avversario e della partita, non ho pensieri in questo senso. Cheddira? È un ragazzo speciale, come tanti altri in squadra. Lui è umile, ha tanta fame e voglia di migliorarsi; si mette sempre a disposizione mia e dei compagni, è una grande base. Dopo il percorso in C, quest'anno è partito forte. Le sue prestazioni ci sono sempre state, a volte si può sbagliare un gesto tecnico ma deve esserci sempre l'atteggiamento giusto. Il suo atteggiamento è sempre stato positivo, questo è il presupposto della sua forza. Quando affronti squadre come quelle che concedono spazi, lui è più portato a far vedere le sue doti; l'anno scorso abbiamo trovato tante squadre chiuse, quindi ha trovato più difficoltà a fare quello che ha fatto in queste partite. Mi auguro che non cambi, chiunque vuole crescere deve partite da questi presupposti. Voglio che i ragazzi sappiano che l'allenatore fa delle scelte in buona fede, e che è il primo a sbagliare. In una rosa di 24 giocatori, solo 11 devono giocare; loro sanno benissimo che le mie non sono scelte definitive, considero tutti allo stesso modo e scelgo in funzione dello stato di forma, della partita e di quello che vedo. Non c'è stato nulla da gestire, non ci sono stati mugugni: chi non ha giocato ha festeggiato con lo stesso spirito degli altri».
A Verona si è visto, per larghi tratti della partita, un 4-3-2-1, una sorta di "albero di Natale" alternativo al suo collaudato 4-3-1-2. Mignani spiega: «Non trovo tanta differenza, rimango della mia idea: la difesa a quattro, il centrocampo a tre e poi ci sono tre attaccanti. Il calcio è talmente dinamico che è difficile fermare l'immagine. Abbiamo utilizzato questa situazione l'anno scorso, ci dà vantaggi in fase di non possesso per indirizzare gli avversari in una parte del campo o in un'altra, però i tre attaccanti devono cercare di farsi trovare lì dove gli avversari lasciano spazi.
Insomma, più che sequenze numeriche e singoli calciatori, per il tecnico conterà vedere in campo la giusta attitudine: «Vorrei che atteggiamento, presenza in campo per 90' diventassero una certezza - la speranza del tecnico ligure. Questo è quello che un allenatore vorrebbe sempre quando iniziano le partite. Il mio obiettivo è far arrivare la squadra pronta, poi all'interno di ogni partita ci sono diverse partite: devi essere bravo a soffrire, a reagire, a essere cattivo. A volte fai bene tante cose, ma poi gli episodi possono andare dalla tua parte o da quella degli altri. Quello che vorrei è che la squadra facesse sempre prestazioni; lo abbiamo fatto nelle ultime due partite, lo pretendo anche a Parma».
Per Mignani sarà la prima partita da allenatore in serie B: «Nel mio percorso, da calciatore e da allenatore, ho affrontato diversi debutti - ricorda Mignani. Inizio ad avere una certa età, li vivo più serenamente. Spero che sia la prima di una lunga serie da allenatore del Bari o comunque in queste categorie; cerco di fare sempre tutto al meglio delle mie possibilità. Per me non è la categoria che conta; è l'obiettivo massimo che ho raggiunto, devo chiedere a me stesso di fare le cose al meglio».
Dopo l'impronosticabile successo di Verona, però, il mister ci ha tenuto a fare il pompiere e a spegnere eventuali eccessi di felicità: «Se ci fosse stata una sosta di un mese davanti avrei avuto uno spirito diverso, ma se dopo Verona ne devi preparare subito un'altra il risultato è già alle spalle e bisogna pensare alla prossima - spiega Mignani. Se io cominciassi a pensare di essere diventato bravo dopo due partite vinte, farei un errore gravissimo. A Verona ero felice della prestazione, ma so che a volte le partite si incanalano in un certo modo; il Verona è più forte del Bari, noi abbiamo meritato di vincere ma il mio pensiero era già a Parma. In campionato devi cercare di non sbagliare le partite, quindi ero già proiettato al futuro, ma felice di aver vinto».
Che campionato sarà per i galletti? Mignani dice la sua: «L'anno scorso il Bari partiva da favorita, quest'anno no. Ci sono tante squadre, tra cui il Parma, che hanno grandi ambizioni; troveremo partite diverse rispetto all'anno scorso, ci saranno più spazi con squadre che vorranno imporre il loro gioco. Noi dobbiamo avere lo stesso atteggiamento, sapendo che nel calcio se vuoi vincere la partita devi prendere un goal meno degli altri».