Politica
Caro affitti, anche a Bari tornano a protestare gli studenti. Presidio in tenda davanti alla Regione
Oggi la mobilitazione nazionale, da nord a sud. Le rivendicazioni alzano il tiro: «Casa e reddito subito»
Bari - martedì 16 maggio 2023
14.54
Gli studenti tornano a protestare contro il caro affitti. Stamattina anche a Bari, in concomitanza con le altre grandi città universitarie italiane, si è tenuto il picchetto in tenda dei manifestanti davanti al palazzo della presidenza della Regione Puglia.
In un comunicato, apparso su cambiare-rotta.org, si legge: «Con le proteste delle tende, dilagate da nord a sud davanti ai Rettorati, e sotto le finestre del Ministero dell'Università, siamo riusciti a rompere il silenzio della politica e dei media sui costi degli affitti e della vita ormai insostenibili che gravano su noi giovani e studenti. La mancanza strutturale di studentati pubblici e le speculazioni selvagge del libero mercato degli affitti, per colpa dell'abolizione dell'equo canone, non sono soltanto uno dei lati di un sistema universitario sempre più escludente per le fasce popolari, ma un'ipoteca sulla possibilità come giovani, studenti e non, di costruirci un futuro, dentro una condizione generale di precarietà in cui caroaffitti e carovita si intrecciano con il tema del salario, della disoccupazione e dello smantellamento sistematico di tutele sociali e servizi pubblici in nome del profitto».
Più avanti è scritto: «Problematiche enormi che pesano sulle nostre vite prima, durante, dopo e soprattutto al di là di un percorso universitario sempre più appannaggio di pochi. Una condizione quindi che viviamo non solo come studenti, ma come lavoratori e disoccupati e che riconosciamo simile a quella delle nostre famiglie, di chi ci lavora accanto e di chi vive nelle nostre stesse province e periferie. In un contesto di inflazione galoppante e aumento vertiginoso del carovita – esasperati esponenzialmente con gli effetti della guerra – che si abbattono sempre su quelle stesse categorie e settori sociali già massacrati in questo decennio di crisi, risposte concrete e strutturali per il diritto all'abitare non sono più rimandabili».
E ancora: «Un diritto calpestato sistematicamente da trent'anni a questa parte sulla pelle di decine di migliaia di persone e famiglie costrette a condizioni di vita disumane per pagarsi l'affitto o sbattute direttamente in mezzo alla strada senza investimenti pubblici e soluzioni adeguate da parte di istituzioni che di governo in governo hanno invece dato mano libera ai privati per la speculazione più sfrenata. Le battaglie di questi giorni degli studenti sono riuscite grazie alla determinazione delle mobilitazioni a rompere il silenzio dei media e inchiodare alle proprie responsabilità le istituzioni ottenendo importanti vittorie con lo sblocco dei 660 milioni e l'incontro al Ministero dell'Università e della Ricerca. Risultati che evidentemente non ci bastano: non ci bastano le fumose promesse ricevute dal governo, così come non siamo disposti ad accettare gli ipocriti tentativi di strumentalizzare le proteste da parte delle opposizioni. Ma soprattutto non siamo disposti ad accettare che l'attenzione sollevata su questo tema rimanga circoscritta allo specifico degli studenti».
Il comunicato conclude: «Siamo consapevoli che questa battaglia ora deve generalizzarsi e unirsi alle tante che in tutto il paese da anni costruiscono lotte e iniziativa per il diritto all'abitare, silenziate invece dai media e inascoltati da governi e istituzioni locali. Per questo lanciamo un appello a singoli e realtà sociali, sindacali e politiche che da sempre si spendono generosamente per il diritto all'abitare perché il grande appuntamento di mobilitazione lanciato dagli studenti martedì 16 davanti alle sedi delle regioni di tutto il paese diventi un momento per lanciare un segnale di lotta che non rappresenti solo la voce e le rivendicazioni degli studenti, ma di giovani, studenti, lavoratori, disoccupati e classi popolari, di chi non è più disposto a pagare la crisi sulla propria pelle e in una prospettiva di lotta comune può costruire il proprio riscatto».
In un comunicato, apparso su cambiare-rotta.org, si legge: «Con le proteste delle tende, dilagate da nord a sud davanti ai Rettorati, e sotto le finestre del Ministero dell'Università, siamo riusciti a rompere il silenzio della politica e dei media sui costi degli affitti e della vita ormai insostenibili che gravano su noi giovani e studenti. La mancanza strutturale di studentati pubblici e le speculazioni selvagge del libero mercato degli affitti, per colpa dell'abolizione dell'equo canone, non sono soltanto uno dei lati di un sistema universitario sempre più escludente per le fasce popolari, ma un'ipoteca sulla possibilità come giovani, studenti e non, di costruirci un futuro, dentro una condizione generale di precarietà in cui caroaffitti e carovita si intrecciano con il tema del salario, della disoccupazione e dello smantellamento sistematico di tutele sociali e servizi pubblici in nome del profitto».
Più avanti è scritto: «Problematiche enormi che pesano sulle nostre vite prima, durante, dopo e soprattutto al di là di un percorso universitario sempre più appannaggio di pochi. Una condizione quindi che viviamo non solo come studenti, ma come lavoratori e disoccupati e che riconosciamo simile a quella delle nostre famiglie, di chi ci lavora accanto e di chi vive nelle nostre stesse province e periferie. In un contesto di inflazione galoppante e aumento vertiginoso del carovita – esasperati esponenzialmente con gli effetti della guerra – che si abbattono sempre su quelle stesse categorie e settori sociali già massacrati in questo decennio di crisi, risposte concrete e strutturali per il diritto all'abitare non sono più rimandabili».
E ancora: «Un diritto calpestato sistematicamente da trent'anni a questa parte sulla pelle di decine di migliaia di persone e famiglie costrette a condizioni di vita disumane per pagarsi l'affitto o sbattute direttamente in mezzo alla strada senza investimenti pubblici e soluzioni adeguate da parte di istituzioni che di governo in governo hanno invece dato mano libera ai privati per la speculazione più sfrenata. Le battaglie di questi giorni degli studenti sono riuscite grazie alla determinazione delle mobilitazioni a rompere il silenzio dei media e inchiodare alle proprie responsabilità le istituzioni ottenendo importanti vittorie con lo sblocco dei 660 milioni e l'incontro al Ministero dell'Università e della Ricerca. Risultati che evidentemente non ci bastano: non ci bastano le fumose promesse ricevute dal governo, così come non siamo disposti ad accettare gli ipocriti tentativi di strumentalizzare le proteste da parte delle opposizioni. Ma soprattutto non siamo disposti ad accettare che l'attenzione sollevata su questo tema rimanga circoscritta allo specifico degli studenti».
Il comunicato conclude: «Siamo consapevoli che questa battaglia ora deve generalizzarsi e unirsi alle tante che in tutto il paese da anni costruiscono lotte e iniziativa per il diritto all'abitare, silenziate invece dai media e inascoltati da governi e istituzioni locali. Per questo lanciamo un appello a singoli e realtà sociali, sindacali e politiche che da sempre si spendono generosamente per il diritto all'abitare perché il grande appuntamento di mobilitazione lanciato dagli studenti martedì 16 davanti alle sedi delle regioni di tutto il paese diventi un momento per lanciare un segnale di lotta che non rappresenti solo la voce e le rivendicazioni degli studenti, ma di giovani, studenti, lavoratori, disoccupati e classi popolari, di chi non è più disposto a pagare la crisi sulla propria pelle e in una prospettiva di lotta comune può costruire il proprio riscatto».