Scuola e Lavoro
Ex Om, la proposta del centrodestra: «Il capannone diventi un impianto di riciclo»
Carrieri e Picaro intervengono nelle vertenza Tua Industries con un'idea per far sì che i lavoratori possano ritornare in attività
Bari - mercoledì 30 maggio 2018
15.16
La crisi della ex Om (poi Tua Industries) non smette di essere argomento di discussione, politica e non solo, dato che ad oggi non si è ancora riusciti a trovare una soluzione definitiva della vertenza. La procedura di liquidazione al tribunale di Torino è sospesa con alcune aziende che hanno presentato delle proposte che il curatore dovrà valutare, considerandone la fattibilità o meno. La proposta attualmente più "reale" rimane quella della GEP, tramite la Industria e Servizi di Modugno, anche se l'azienda non sembra essere solidissima, nonostante abbia dichiarato ufficialmente la disponibilità a garantire i fondi necessari per far ripartire la cassa integrazione in deroga. Il tutto in attesa del 24 luglio, giorno dell'udienza in cui si potrà avere contezza dei debiti della Tua. In questo quadro abbastanza complicato si inseriscono oggi i consiglieri di centrodestra del Comune di Bari, che rilanciano una loro proposta alternativa per rimettere in piedi la ex Om e garantire il lavoro alle 175 famiglie rimaste.
Questa mattina, durante una conferenza stampa, i consiglieri Giuseppe Carrieri e Michele Picaro, hanno illustrato la loro idea per l'ex Om di fronte anche ad alcuni dei lavoratori dell'azienda in attesa della soluzione della vertenza. Quella prospettata dai due è una soluzione alternativa che potrebbe essere presa in considerazione, nel caso soprattutto in cui i diversi tentativi di reindustrializzazione dovessero fallire.
«Crediamo che una soluzione alternativa - dichiarano Carrieri e Picaro - possa consistere nella riapertura dei termini del bando regionale per l'individuazione dei comuni pugliesi disponibili all'insediamento di impianti pubblici di smaltimento di rifiuti riciclabili (carta, plastica, vetro, biomasse). Bando al quale dovrebbero partecipare il Comune di Modugno e quello di Bari, per richiedere l'allocazione di un impianto di riciclo di vetro nello stabilimento ex Om o in altro sito della zona industriale di Bari. I lavoratori dovrebbero quindi essere avviati a corsi di riconversione per Operatori Recupero Materiali e addetti al riconvertito stabilimento di Modugno, ovvero agli altri impianti pubblici di smaltimento di rifiuti riciclabili dell'area metropolitana barese».
«Riteniamo, inoltre, che anche l'area ove è attualmente insediato lo stabilimento ex OM - sottolineano - debba essere ricompresa nella istituenda Zona Economica Speciale di Bari, onde così avere comunque un'opportunità in più nel caso i processi di riallocazione sopra esposti non vadano a buon fine».
Questa mattina, durante una conferenza stampa, i consiglieri Giuseppe Carrieri e Michele Picaro, hanno illustrato la loro idea per l'ex Om di fronte anche ad alcuni dei lavoratori dell'azienda in attesa della soluzione della vertenza. Quella prospettata dai due è una soluzione alternativa che potrebbe essere presa in considerazione, nel caso soprattutto in cui i diversi tentativi di reindustrializzazione dovessero fallire.
«Crediamo che una soluzione alternativa - dichiarano Carrieri e Picaro - possa consistere nella riapertura dei termini del bando regionale per l'individuazione dei comuni pugliesi disponibili all'insediamento di impianti pubblici di smaltimento di rifiuti riciclabili (carta, plastica, vetro, biomasse). Bando al quale dovrebbero partecipare il Comune di Modugno e quello di Bari, per richiedere l'allocazione di un impianto di riciclo di vetro nello stabilimento ex Om o in altro sito della zona industriale di Bari. I lavoratori dovrebbero quindi essere avviati a corsi di riconversione per Operatori Recupero Materiali e addetti al riconvertito stabilimento di Modugno, ovvero agli altri impianti pubblici di smaltimento di rifiuti riciclabili dell'area metropolitana barese».
«Riteniamo, inoltre, che anche l'area ove è attualmente insediato lo stabilimento ex OM - sottolineano - debba essere ricompresa nella istituenda Zona Economica Speciale di Bari, onde così avere comunque un'opportunità in più nel caso i processi di riallocazione sopra esposti non vadano a buon fine».